Ti è capitato in alcuni periodi della tua vita di sentirti demotivato?
Inizi gradualmente ad allentare un po’ la corda e finisci a procrastinare continuamente.
Ad esempio devi rispettare una scadenza di lavoro imminente ma ti senti chiuso in una gabbia, demotivato e vorresti solo poter rimandare ancora e ancora.
Oppure vorresti provare a perdere peso ma ogni volta che ci provi nasce un problema: turni di lavoro che non ti permettono di fare un’alimentazione corretta, degli inviti a cena a cui non puoi proprio rinunciare oppure arriva l’aspirata pausa vacanza dove lasci perdere l’attività fisica e la dieta con la ripromessa di riprendere una volta tornato a casa.
Tutte queste situazioni se non analizzate e risolte possono portare a problemi anche gravi entrando in un vortice da cui è difficile venire fuori: ti inizi a sentire sempre più demotivato, senza stimoli e qualunque obiettivo inizia a sembrare irraggiungibile e troppo duro.
Ogni fallimento inoltre non fa altro che peggiorare la situazione e aumentare l’insoddisfazione e la frustrazione e può portare all’insorgere di crisi d’ansia.
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La demotivazione non è il centro del tuo problema
Se ora ti dicessi che il tuo essere demotivato non è una discriminante per poter raggiungere i tuoi obiettivi e che è un fattore che non puoi controllare direttamente ti sarebbe d’aiuto?
Se ti dicessi che da solo puoi fare tanto per te stesso per stare meglio e tornare in salute lo prenderesti in considerazione?
Se te lo dimostrassi in questo articolo, troveresti altre scuse per non iniziare da subito a riprendere in mano gli aspetti della tua vita che hai trascurato?
È possibile avere successo anche da demotivati?
Ti è mai capitato di vedere una scena di un film particolarmente forte e motivante che ti ha quasi fatto saltare dalla sedia in preda ai buoni propositi?
Oppure di mettere una playlist musicale prima o durante una corsa o un allenamento in palestra?
Sul momento possono essere azioni molto motivanti e che danno un forte sprint iniziale ma che nel medio e lungo periodo senza una base solida di studi e ad una preparazione psicofisica adeguata alle spalle possono diventare infruttuose se non addirittura nocive.
La chiave di un successo quindi potrebbe non dover essere cercata nella forte motivazione ma negli schemi funzionali psicofisici che permettono ad un individuo anche demotivato di ottenere giorno dopo giorno le soddisfazioni che ambisce abbandonando ogni forma di scusa e pretesto.
“The motivation myth” e perché essere demotivato non è il vero problema
Una teoria molto interessante arriva da Jeff Haden, scrittore di fama mondiale con oltre 60 libri di successo alle spalle di cui una decina al primo posto nelle classifiche di vendite.
Nel suo “The motivation myth” illustra perché la motivazione è solo un mito e non è fondamentale per la crescita della persona.
Il pensiero espresso in “The motivation mith” in sintesi dice:
- la motivazione non è un prerequisito per il successo bensì un risultato ottenuto grazie ai costanti miglioramenti giornalieri.
- La motivazione è legata all’organismo: ottenere un successo provoca una gratificazione dovuta all’ormone della dopamina.
- La motivazione non è la scintilla che fa azionare il meccanismo: anzi una persona inizia spesso un progetto da demotivato e poi dopo i primi risultati arrivano la motivazione, la fiducia e l’autostima.
- Bisogna essere preparati: l’ansia, la paura e la poca fiducia sono generate da una preparazione approssimativa.
- Non è una questione di motivazione maggiore o mancanza di forza di volontà ma di una sana e costante preparazione che sul lungo periodo genererà dei risultati duraturi.
- Creati un piano d’azione per raggiungere l’obiettivo e poi dimenticati di questo! Concentrarsi troppo sul risultato, sopratutto nelle prime fasi può essere demoralizzante per questo è utile studiare un piano per raggiungere l’obiettivo e seguirlo giornalmente applicando una routine senza volgere il pensiero troppo lontano.
- Agisci a piccoli passi per volta: è più profittevole essere costanti che fare grandi salti e poi fermarsi o tornare addirittura indietro.
- Ignora le scuse, le persone tossiche, le distrazioni e le tentazioni e non aspettare l’ipotetico momento perfetto ma parti appena puoi.
Dai pensieri di Haden si evince che l’essere demotivato non è un pretesto valido per non portare a termine le proprie azioni.
- Il primo (piccolo) passo è iniziare e non importa come o se non ti senti preparato: non sarai mai pronto del tutto e nel mondo ci sarà sempre qualcuno più bravo di te!
- Sfida te stesso e supera i tuoi limiti prima di paragonarti agli altri e pensa che anche i personaggi da cui prendi ispirazione hanno iniziato con piccoli ma costanti passi.
- Inoltre poco è meglio di nulla: vuoi partire facendo solo 20 addominali al giorno? 20 sono comunque meglio di 0 perché ti fanno entrare in un meccanismo di pensiero e sono utili per instaurare una routine.
Perché sei demotivato e cosa puoi fare
Secondo gli studi canonici di psicologia essere demotivato è la risposta a breve termine a dei fattori esterni nocivi quali stress, delusioni e perdite.
In caso questi problemi trovassero una lunga risoluzione le indagini andranno spostate nei contesti sociali e nelle eventuali problematiche psicologiche ed è chiaro che se pensi che il tuo problema sia ingestibile è fondamentale confrontarti con qualche persona a te vicino per decidere insieme quali passi compiere.
Se invece ti senti “solo” demotivato, vuoto, apatico abbiamo già capito in parte che potrebbe essere solo un finto problema e una volta presa questa consapevolezza avrai tutte le armi per non colpevolizzarti ma per creare un punto di rottura e riprenderti in mano la tua vita.
Tu che ne dici?
Farai un tentativo per il tuo bene ora che sai meglio come affrontare questi “periodi no”?