Feedback e critica costruttiva?
“È incredibile quanto la gente ci goda a criticare.
Dappertutto e in ogni caso si critica.
Probabilmente è una delle cose più facili che gli esseri umani sanno fare.”
Michel Foucault
Ognuno di noi, nel relazionarsi con gli altri, esprime dei feedback: una critica, positiva o negativa, a un’azione fatta o a un’opinione espressa.
È semplice.
E accade ogni giorno.
Ma cosa c’è effettivamente dietro il feedback?
Quando un feedback può essere una critica costruttiva?
E come può la conoscenza di questo argomento aiutarci a migliorare?
Vediamolo insieme.
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Intelligenza emotiva e feedback
Al giorno d’oggi, spesso, si parla di intelligenza emotiva, termine coniato per la prima volta nel 1990 dagli psicologi Peter Salovey e John D. Mayer, che indica la capacità di percepire, integrare e regolare le emozioni per facilitare il pensiero e promuovere la crescita personale emotiva e intellettuale.
Ma, effettivamente, quali sono le caratteristiche dell’intelligenza emotiva? Come si fa a capire se una persona possiede questa capacità?
Daniel Goleman, nel suo libro “Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può rendere felici” pubblicato nel 1994, ci spiega che questa abilità si basa su cinque caratteristiche:
- Consapevolezza di sé: conoscenza dei sentimenti, impulsi e risorse;
- Padronanza di sé: capacità di dominare i propri stati interiori;
- Motivazione: auto-orientarsi allo scopo;
- Empatia: consapevolezza dei sentimenti, esigenze e interessi altrui;
- Abilità sociale: capacità di relazionarsi, comunicare e interagire con le persone.
Proprio all’interno di queste caratteristiche si colloca una delle abilità, a mio parere, spesso sottovalutata: la capacità di dare e ricevere feedback, e non feedback qualunque, ma critiche costruttive, che sono alla base della comunicazione più efficace che ci possa essere tra due esseri umani.
Che cos’è una critica costruttiva?
“Solo sulla base di benevolenza e rispetto per gli altri è possibile esprimere una critica empatica”
Quante volte nella nostra vita ci è capitato di chiudere dei rapporti, che siano di amicizia o professionali, per delle incomprensioni?
Quante volte ci siamo arrabbiati perché non riuscivamo a comprendere le motivazioni delle persone intorno a noi o perché abbiamo sentito incompreso il nostro agire?
Ogni persona è come un iceberg, quello che vediamo all’esterno è solo la “punta”: il risultato di pensieri e valori che noi non possiamo vedere e che tante volte diamo per scontati che siano esattamente come i nostri.
È lì che entra allora in campo la nostra intelligenza emotiva e la capacità di relazionarsi con gli altri attraverso i feedback.
Ludovica Scarpa, nel suo libro dall’ironico titolo “Senza offesa, fai schifo: La critica che fa bene agli altri e fa star meglio te”, ci dice che:
criticare = giudicare = confrontare un’idea che abbiamo in mente con la realtà percepita al di fuori
Molto spesso gli altri ci infastidiscono o ci fanno arrabbiare proprio nel momento in cui non sono o fanno quello che noi pensiamo o vorremmo.
Ludovica Scarpa, infatti, ci dice che il problema si pone proprio quando vediamo la differenza tra ciò che pensiamo e la realtà e la rifiutiamo.
Quello che l’autrice definisce il “Criticone” è colui che non accetta questa differenza e si chiude al mondo incolpando l’esterno perché non è come lui lo vorrebbe. Ovviamente un chiaro esempio di ciò che non è l’intelligenza emotiva.
Le volte che abbiamo detto:
“Sei stupido!”
Siamo stati proprio come il nostro caro “Criticone”.
Se avessi detto:
“Questo tuo comportamento mi sembra poco intelligente”
Avremmo messo a frutto la nostra capacità di dare e ricevere feedback in modo costruttivo. Avremmo, quindi, espresso la differenza tra nostro pensiero e realtà, non in modo tale da creare un contrasto, ma in modo tale da esprimere quella differenza come un’opportunità di miglioramento.
Come esprimere un feedback costruttivo
Ma come ci si può esercitare in quella che noi definiamo una “critica costruttiva”?
Innanzitutto, come già accennato sopra, dobbiamo partire dal presupposto che l’altro con cui ci interfacciamo sia differente da noi e che quello che guida le sue azioni, ovvero la base nascosta del suo iceberg, sia differente da noi.
Con questo assunto possiamo poi utilizzare lo schema descritto da Ludovica Scarpa:
- Sento quel che sento e lo osservo dentro di me con esattezza;
- Descrivo quel che percepisco fuori e dentro di me;
- Descrivo i significati che assegno e come mi sento;
- Descrivo quel che mi piacerebbe invece;
- Chiedo il punto di vista dell’altro e lo ascolto davvero.
Ovvio che scritto sembra molto semplice ma, in realtà, posso confermare, che è molto più complicato di quel che sembra.
Vediamo dei suggerimenti da mettere in pratica
Ipotizziamo che un nostro amico se ne sia andato via dalla stanza in cui vi trovavate sbattendo la porta e che questo suo gesto vi abbia fatto arrabbiare.
Pensiamo subito: Perché? Qual è la famosa differenza che si è messa in atto?
Probabilmente la mia aspettativa era che il mio amico rimanesse nella stanza con me, la differenza è che se n’è andato sbattendo la porta.
- Descrivere l’umore: “Questo tuo comportamento (aver sbattuto la porta) mi ha fatto arrabbiare”
Attenzione: mai rivolgersi alla persona in quanto tale ma sempre ai suoi comportamenti, altrimenti la critica non sarà mai efficace.
E ben diverso dire: “sei un disastro”, da: “questo compito che hai svolto è un disastro”, non trovate?
- Chiedere all’altro le spiegazioni del suo comportamento e ascoltare attentamente: “Cosa ti ha portato a comportarti in questo modo?” ovvero “perché hai sbattuto la porta? C’è qualcosa che ti ha infastidito per andartene via così?”
- Parlare sempre in prima persona, in modo tale che stiate descrivendo il vostro sentire e non stiate mettendo la critica in modo assoluto e oggettivo che sono assolutamente le più dannose in quanto implicano una chiusura.
Mai dire: “tutti pensano che chi sbatte la porta sia maleducato!” ma, piuttosto esprimersi con un: “io credo che essertene andato via sbattendo la porta sia un comportamento da maleducato”.
- Chiarire aspettative e dare soluzioni: “se un mio comportamento ti ha infastidito non andare via sbattendo la porta, ma cerchiamo di capire insieme cosa abbiamo sbagliato”.
Come accogliere un feedback?
Abbiamo parlato di come dare feedback.
Ma quando siamo noi a riceverli? Come dobbiamo comportarci?
Se sappiamo quali sono gli elementi di una critica costruttiva sappiamo anche come poter distinguere se quelle che ci vengono fatte a noi sono giuste o meri giudizi del famoso “Criticone”.
Se sono quest’ultime possiamo dire a noi stessi che non vale la pena prendere in considerazione quella opinione. Altrimenti, se è la prima e vogliamo rispondere in modo altrettanto costruttivo, rimando ai suggerimenti sopra dati.
A quel punto sapremo che l’unica critica che dobbiamo accogliere è quella che:
- Sia chiara
- Rispetti la persona
- Non giudichi o colpevolizzi
Conclusione
Dare feedback costruttivi è una capacità della nostra intelligenza emotiva.
Per creare relazioni costruttive è importante saper leggere dentro noi stessi prima giudicare l’altra persona.
Imparare a dare una critica costruttiva è un’occasione per aprirsi al mondo dell’altro e magari imparare qualcosa di nuovo.
Ciò che è diverso da noi ci da sempre la possibilità di aprire la nostra mente.
Non è bello poter guardare il mondo da milioni di differenti prospettive?
Se questo è quello che vuoi allora è il momento di esercitarsi ad essere i primi a dare dei feedback costruttivi e a essere in grado di riceverli per capire quali sono quelle persone da cui potremmo trarre una crescita personale.
Per approfondimenti sull’argomento:
- Ludovica Scarpa: “Senza offesa, fai schifo: La critica che fa bene agli altri e fa star meglio te”
- Daniel Goleman: “Intelligenza emotiva: che cos’è e perché può rendere felici”