Osare in grande – la resilienza alla vergogna di Brené Brown [Recap Libro]

osare in grande

Osare in grande.

È l’insegnamento di cui Brené Brown ci parla nel suo libro dall’omonimo titolo.

Nel precedente articolo “Vulnerabilità – 5 lezioni di Brené Brown per renderla la tua forzaabbiamo parlato della vulnerabilità e capito quanto sia significativa per la nostra crescita personale.

Oggi affrontiamo un nuovo argomento, altrettanto importante, che è la vergogna: “osare in grande” significa accettare la propria vulnerabilità ed affrontare faccia a faccia la propria vergogna.

 

Che cos’è la vergogna?

 

Secondo Brené Brown la vergogna è la paura di essere disconnessi, la paura che qualcosa che non abbiamo fatto o fatto male ci renda indegni di essere in contatto con gli altri.

La vergogna è una sensazione o esperienza, intensamente dolorosa, di essere sbagliati che ha come conseguenza il ritenersi indegni di amore e appartenenza, e quindi di essere disconnessi dall’altro.

Per comprendere bene cos’è questa paura bisogna distinguerla dal senso di colpa, dall’umiliazione e l’imbarazzo.

Qui di seguito degli esempi per chiarire la confusione che spesso si crea tra questi sentimenti:

 

Vergogna vs senso di colpa

Per capire la differenza bisogna distinguere bene le parole che si usano per descrivere quello che si sta provando:

  • Vergogna: “Sono cattivo”;
  • Senso di colpa: “Ho fatto una cosa cattiva”.

 

Vergogna vs umiliazione

In questo caso facciamo l’esempio di una persona che sbaglia un lavoro e riceve un rimprovero dal capo.

  • Vergogna: “Me lo merito, sono un fallito”;
  • Umiliazione: “Non me lo meritavo. Ho fatto tutto il possibile”.

 

Vergogna vs imbarazzo

Quando facciamo qualcosa di imbarazzante non ci sentiamo soli. Sappiamo che altri hanno fatto lo stesso e che la cosa passerà in fretta e, come il rossore sul volto, non ci definirà.

 

Curiosità: la vergogna per uomo e donna.

Attraverso i suoi studi Brené Brown è arrivata a definire in modo differente che cos’è la vergogna per uomo e donna.

  • Uomo: “essere debole”. Reazioni principali: si arrabbiano e/o si chiudono in sé stessi.
  • Donna: “non essere sempre perfetta”. Reazioni principali: sono inflessibili con loro stesse e per questo si criticano tra di loro.

Vi sembra che i risultati di questa ricerca abbiamo un riscontro nella nostra realtà?

 

Come capire e combattere la vergogna

 

“Tutti proviamo vergogna. Tutti abbiamo dentro di noi il bene e il male, l’oscurità e la luce. Se non affrontiamo la nostra vergogna e le nostre difficoltà, incominceremo a credere che c’è qualcosa di sbagliato in noi, che siamo cattivi, difettosi, non abbastanza bravi e, ancor peggio, cominceremo a comportarci di conseguenza. Se vogliamo impegnarci davvero, entrare in contatto con gli altri, allora dobbiamo essere vulnerabili. E per essere vulnerabili dobbiamo sviluppare la nostra resilienza alla vergogna”. B. Brown

 

Quello che serve per combattere la vergogna Brené Brown lo chiama il “bisogno di sentirsi degni”, che è la capacità di dire: “Questa cosa mi fa male. È deludente, forse è devastante. Ma non sono il successo e i riconoscimenti a farmi agire. Il mio valore è il coraggio e io sono appena stata coraggiosa. Vattene via vergogna”.

Avere il coraggio di osare, di esporci e lasciare che gli altri ci possano vedere è “osare in grande”.

Le persone che più resistono alla vergogna e che credono nei propri meriti sono definite come “incondizionate”.

Vivere in modo incondizionato vuol dire impegnarci sentendoci degni. Significa coltivare il coraggio, la compassione e la connessione, per svegliarci al mattino e pensare: “non importa quello che riuscirò a portare a termine, valgo comunque abbastanza”.

Significa andare a letto pensando: “Sì, sono imperfetta e vulnerabile e a volte ho paura, ma c’è una verità immutabile: sono anche coraggiosa e degna d’amore e di appartenenza”.

 

 

Resilienza alla vergogna

 

“In ogni cosa c’è una crepa. È da lì che entra la luce”. Leonard Cohen

 

Come si sviluppa la resilienza alla vergogna? Brené Brown ci indica alcuni passi da seguire:

 

  • Riconoscere la vergogna e capire cosa l’ha scatenata: quando ti stai vergognando quali sono le aspettative/messaggi che hanno scatenato questa sensazione?

 

  • Praticare la consapevolezza critica: i messaggi e le aspettative all’origine della vergogna sono reali? Sono raggiungibili? Si tratta di te o di quello che gli altri si aspettano da te?

 

  • Cercare un contatto con l’altro e capire di non essere i soli ad affrontare questo sentimento: stai condividendo la tua vita con gli altri?

 

  • Parlare della vergogna: racconta come ti senti e quello di cui hai bisogno quando provi vergogna.

 

  • Ultimo, ma non per importanza, è il concetto di “mind the gap”: dobbiamo prestare attenzione allo spazio che divide il posto in cui siamo da quello in cui vorremmo essere.

Più semplicemente “mind the gap” significa che non possiamo dare agli altri quel che non abbiamo.

Il “gap” è lo spazio tra i valori che mettiamo in pratica (quello che facciamo, pensiamo e proviamo davvero) e i nostri valori ideali (quello che vogliamo fare, pensare e provare).

Stare attenti al “gap” è una strategia per osare in grande perché ci fa mettere in pratica i valori che riteniamo essenziali per la nostra cultura, questo ci impone di abbracciare la nostra vulnerabilità e coltivare la nostra resilienza alla vergogna.

 

Conclusioni

 

Osare in grande non ha a che fare con vincere o perdere, ma si tratta di coraggio. Di quel coraggio che ci porta ad esporci e mostrare al mondo la nostra vulnerabilità. Certo questo vuol dire che correremo un maggior rischio di rimanere feriti ma avremo veramente espresso noi stessi, senza alcun rimpianto perché “chissà come sarebbe stato averci provato”.

Come disse Theodore Roosevelt nel suo discorso tenuto alla Sorbona di Parigi nel 1910:

Va invece dato merito all’uomo che si cimenta nell’arena, col volto sporco di polvere, sudore e sangue; che si batte con valore, che sbaglia, che continua a fallire, perché non c’è tentativo senza errore o delusione; che davvero si mette alla prova per portare qualcosa a compimento, che conosce il vero entusiasmo e la vera devozione, che si consuma per una causa meritevole, che nel caso migliore, alla fine conoscerà il trionfo di un grandioso traguardo, e nel caso peggiore, se fallirà, perlomeno fallirà osando in grande.”

 

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Per approfondimenti sull’argomento:

Chiara Coratella

Chiara Coratella

Grazie al volontariato in un’associazione internazionale e all’inizio della pratica dello yoga mi sono avvicinata alle tematiche di crescita personale, self-help e mindfulness, rivoluzionando la mia vita. Con i miei articoli condivido la passione per il miglioramento continuo.

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